Salute e sicurezza per addetti, clienti e consumatori
La pelle è un prodotto sicuro. Conforme alle normative che regolano l’immissione sul mercato dei beni di consumo. Realizzato attraverso processi altamente performanti per la riduzione e corretta gestione di sostanze nocive per la salute di lavoratori, consumatori e per l’ambiente.
Salute e Sicurezza sul Luogo di Lavoro
La sicurezza e la salute degli addetti in conceria sono elementi chiave della responsabilità sociale della conceria italiana.
I processi di lavoro sono condotti nel rispetto degli standard di sicurezza applicabili, analizzati e valutati per individuare i rischi a breve e lungo termine, adottando misure tecniche, organizzative e gestionali per prevenirli, mitigarne gli effetti e ridurne la probabilità.
L’attenzione delle concerie italiane per la sicurezza sul luogo di lavoro, infatti, è un ulteriore percorso di ottimizzazione continua orientata a un costante miglioramento del benessere generale del lavoratore.
L’attenzione delle aziende alla salute e alla sicurezza dei lavoratori ha portato nel corso degli anni a importanti riscontri sotto il profilo della prevenzione, come mostrato dai dati INAIL relativi agli infortuni e alle malattie professionali.
Numero Infortuni
No Data Found
dato INAIL 2022
infortuni sul posto di lavoro
infortuni in itinere
Frequenza Infortuni - % su Totale Addetti Conciari INAIL
No Data Found
dato INAIL 2022
Numero Malattie Professionali Riconosciute
No Data Found
dato INAIL 2022
Il monitoraggio delle aziende si concentra soprattutto sull’andamento infortunistico in ambiente di lavoro perché è sugli eventi che si verificano “all’interno” che si può investire per contribuire alla riduzione degli infortuni, rafforzando la sicurezza sul lavoro dei propri dipendenti.
L’azione avviata dalla conceria italiana si muove su più fronti: l’impiego di macchinari certificati e dotati delle necessarie sicurezze; la gestione in sicurezza dei prodotti chimici (stoccaggio, manipolazione, dosaggio, gestione rifiuti); l’utilizzo di sistemi di aspirazione in corrispondenza di macchinari/impianti che producono emissioni (polveri, solventi, per esempio); le procedure operative volte a minimizzare i rischi; l’informazione periodica; la formazione continua degli addetti. I risultati sono ottimi, anche se suscettibili di ulteriori, possibili margini di miglioramento.
MOLTE AZIENDE SI SONO DOTATE DI PIANI FORMATIVI PER MIGLIORARE LA CULTURA DELLA SICUREZZA TRA I LAVORATORI, AUMENTANDO LA CONSAPEVOLEZZA E LA SENSIBILITÀ DI OGNI OPERATORE, A VANTAGGIO NON SOLO DELLA PROPRIA INCOLUMITÀ, MA ANCHE DI QUELLA DEI COLLEGHI.
Anche le patologie accertate da INAIL come malattie professionali contribuiscono a sfatare l’immagine della conceria percepita come ambiente insalubre a causa dell’utilizzo di sostanze e miscele chimiche in produzione. Dai dati INAIL emerge che nell’ultimo decennio disponibile (2013-2022) i casi di tumori tra gli addetti dell’industria conciaria italiana sono stati pari a 0,8 casi all’anno (quindi meno di un caso all’anno, con 2 casi in totale negli ultimi 5 anni), a cui corrisponde una ratio pari all’1,5% del totale malattie professionali nel settore (contro una media di tutti i comparti industriali italiani pari al 8,04% nel periodo 1999-2012 e 5,25% nel periodo 2012-2016 – Fonte INAIL 2019) e allo 0,004% del totale addetti. La maggioranza delle malattie professionali degli addetti conciari (incidenza compresa tra il 65% e l’85%) è relativa a “Malattie del sistema osteomuscolare e del tessuto connettivo”, quindi malattie ortopediche, dovute a movimenti ripetuti. In altri termini, i dati ufficiali INAIL dipingono un quadro totalmente rassicurante in merito alla fake news che lavorare in conceria provoca tumori. In Italia, questo non accade assolutamente.
La Sicurezza delle Macchine e degli Impianti nelle Concerie Italiane
Alle lavorazioni in conceria sono associati alcuni rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori che derivano dall’impiego di macchinari e tecnologie peculiari del processo. Alle macchine specifiche per conceria si applica la normativa armonizzata europea (Direttiva Macchine UE – 2023/1230) cui si aggiungono standard specifici per tipologia di macchina, messi a punto dalla Commissione Tecnica 200 CEN (Centro Europeo di Normazione) sotto il coordinamento di ASSOMAC ((Associazione dei Costruttori Italiani di Macchine per la filiera della pelle: conceria, calzatura, pelletteria). ASSOMAC ha realizzato, a supporto, specifici Quaderni di Tecnologia Conciaria che descrivono gli impianti principali utilizzati in conceria e contengono una sezione dedicata a sicurezza, ergonomia e manutenzione.
Salute e Sicurezza sul Luogo di Lavoro
La produzione di pelle conciata in Italia garantisce i più elevati standard di sicurezza richiesti dalla legislazione europea e nazionale, applicata e controllata in modo diffuso e rigoroso.
L’utilizzo di prodotti chimici è, innanzitutto, soggetto ai seguenti regolamenti:
Regolamento (CE) n.1907/2006, REACH (Registration, Evaluation, Authorisation and Restriction of Chemicals) relativo a registrazione, valutazione, autorizzazione e restrizione delle sostanze chimiche.
Il REACH è una normativa integrata per la registrazione, valutazione e autorizzazione delle sostanze chimiche, che mira ad assicurare un maggiore livello di protezione della salute umana e dell'ambiente, aspirando al contempo a mantenere e rafforzare la competitività e le capacità innovative dell’industria chimica europea. È il regolamento più completo e attento a queste tematiche e per tale motivo è un modello di riferimento a livello mondiale.
Regolamento (EU) 2019/1021 sugli inquinanti organici persistenti, POP (Persistent Organic Pollutants), sostanze chimiche molto resistenti alla decomposizione e che possiedono alcune proprietà tossiche, di cui il regolamento stabilisce i valori limite di concentrazione negli articoli.
Regolamento (UE) 528/2012 il regolamento sui biocidi, BPR, concerne l'immissione sul mercato e l'uso di biocidi, utilizzati per la tutela dell'uomo, degli animali, dei materiali o degli articoli nei confronti degli organismi nocivi, quali parassiti o batteri, mediante l'azione dei principi attivi contenuti nel biocida, stabilendone i limiti e i campi di applicazione a seconda della tipologia di impiego.
Questi regolamenti sono obbligatori sul territorio europeo e garantiscono anche l’adeguatezza ai requisiti imposti anche dai principali mercati di esportazione.
La sensibilità alla possibile presenza di sostanze chimiche sottoposte a limitazione nella pelle è andata crescendo nel corso degli anni e ha subito una crescita esponenziale dal 2008, anno di pubblicazione della prima lista (Candidate List) di SVHC (Substances of Very High Concern), in cui sono inserite le sostanze che dovrebbero essere, per la loro pericolosità, progressivamente ritirate dal mercato e sostituite con alternative meno pericolose.
Da allora si è innescata una proliferazione di richieste da parte dei clienti (RSL – Restricted Substances List) che purtroppo spesso chiedono, senza alcuna ragione o giustificazione tecnico-scientifica, limiti più stringenti rispetto a quelli di legge, analisi di sostanze non legiferate, concentrazioni massime ammissibili inferiori al loro limite di rilevamento, metodi di prova inadeguati o inaffidabili, ecc..
Il risultato è una grande confusione che ha richiesto alla conceria italiana di attivarsi per offrire risposte correte, pertinenti e adeguate, oltre che garantire la concreta sicurezza del consumatore e dell’ambiente.
LA COLLABORAZIONE CON I CLIENTI DELLE CASE DI MODA, SPESSO FOCALIZZATI SU OBIETTIVI PIÙ RESTRITTIVI RISPETTO ALLE LIMITAZIONI DI LEGGE, HA ACCENTUATO LA NECESSITÀ DELLE CONCERIE DI ALZARE IL LIVELLO DI ATTENZIONE (E DI PRESTAZIONE) RISPETTO ALLA FORNITURA DI MATERIA PRIMA E ALL’UTILIZZO DEI PRODOTTI CHIMICI.
Certificazioni e Progetti di Filiera
Certificazione ISO 45001 “Sistema di Gestione della Salute e Sicurezza sul luogo di lavoro” rilasciata da ICEC e sulle concerie certificate a riguardo.
Operando in termini di trasparenza, a garanzia del rispetto di principali requisiti chimici e ambientali, la quasi totalità delle concerie italiane si è dotata di certificazioni da parte di enti terzi accreditati, riguardanti i propri sistemi di gestione ambientale, nonché di salute e sicurezza.
L’ente certificatore accreditato che risulta maggiormente attivo e utilizzato dalle concerie italiane per la certificazione dei sistemi di gestione della salute e sicurezza sul lavoro è ICEC.
Lavorare in modo congiunto lungo tutta la filiera (e non solo) è diventato il passaggio fondamentale per definire i requisiti minimi applicabili al pellame e redigere prassi e linee guida su temi specifici.
Data l’attenzione in continua crescita verso queste tematiche, le concerie italiane sempre più spesso aderiscono anche a programmi volontari volti alla gestione trasparente delle sostanze chimiche utilizzate secondo un approccio integrato di prevenzione e precauzione.
Progetto ZDHC (Zero Discharge of Hazardous Chemicals)
Uno di questi programmi è ZDHC (Zero Discharge of Hazardous Chemicals), nato per supportare le imprese nell’eliminazione delle sostanze chimiche pericolose dalle proprie attività.
Al fine di attestare la sensibilità e l’impegno del settore per la sostenibilità di tutta la filiera, UNIC ha iniziato a collaborare con ZDHC, iniziativa lanciata nel 2011 da alcuni brand, principalmente in risposta alla campagna Detox di Greenpeace. Il programma ZDHC si prefigge, attraverso un approccio integrato, di eliminare dalle catene di produzione del tessile e della calzatura alcune classi di sostanze pericolose. I suoi numerosi gruppi di lavoro (MRSL, controllo acque di scarico, attività di formazione, gestione dati e riservatezza, sviluppo di protocolli di audit, ricerca), si sono focalizzati inizialmente sul tessile. Dall’autunno 2017 è stata organizzata una sezione specifica per la pelle, con gruppi di lavoro dedicati, di cui UNIC, quale portavoce della conceria italiana, è stata referente mettendo a disposizione i propri specialisti per supportare al meglio l’attività del Gruppo di Lavoro Pelle. Il programma ha previsto la definizione di un sistema di gestione dei prodotti chimici valido per tutti i settori del fashion system.
La partecipazione di UNIC al programma ZDHC continua tutt’ora, come erogazione di formazione sul sistema di gestione dei prodotti chimici e delle acque di scarico.
Analisi sul Prodotto Finito e Normazione
Anche per questo aspetto la conceria italiana va oltre e attua una serie di controlli sul proprio prodotto finito per garantire in modo ulteriore la correttezza della gestione chimica durante il processo.
Gestione del campione, attendibilità delle analisi, elaborazione e validazione di metodi di prova applicabili alla pelle, verifica delle performance dei laboratori, sono alcuni tra i temi di maggior attualità, oggetto di un’attiva cooperazione tra fornitori, concerie e clienti, in particolare i brand della moda nazionale e internazionale.
Pelli al Cromo e Sicurezza dei Consumatori
Da molti anni le pelli al cromo sono predominanti nell’industria e nel mercato conciario (clicca qui per scoprire i principali metodi di concia) e questo è legato al fatto che l’uso del cromo nella concia è sicuro per il consumatore e sostenibile per l’ambiente.
Il contenuto di cromo III, che è l’unico utilizzato per la concia delle pelli, non comporta alcun significativo rischio per la salute, come emerge dagli studi disponibili. Ciò è correlato principalmente alla sua bassa capacità di penetrare le barriere naturali della pelle, dunque alla sua scarsa biodisponibilità. La sicurezza del consumatore è ulteriormente garantita da controlli lungo la catena di approvvigionamento, per verificare la qualità del cuoio conciato e la non rilevabilità del cromo VI negli articoli in pelle.
Certi studi sugli effetti di sensibilizzazione dei pellami al cromo sono, da un punto di vista scientifico, discutibili, dato che non presentano alcuna caratterizzazione del pellame, né distinguono provenienze, prassi di lavorazione e dunque qualità dei materiali. I fenomeni di irritazione cutanea associati all’uso di manufatti in pelle sono principalmente riferibili a soggetti già sensibilizzati, che costituiscono una minoranza della popolazione. Inoltre, poiché il ruolo di altre sostanze presenti non è stato esaminato, non c’è evidenza che le reazioni allergiche nei soggetti sia dovuta al cromo III e/o al cromo VI rilasciato dal pellame. In particolare, è significativo che negli studi presentati non ci sia alcuna correlazione tra la quantità di cromo totale rilasciato e l’induzione di reazioni cutanee allergiche. In ogni caso, il fenomeno di sensibilizzazione/reazione allergica riguarda solo pochi soggetti sull’intera popolazione ed appare avere una minima rilevanza, che si riduce ulteriormente se l’industria del pellame evita l’uso di cromo VI e segue le buone prassi nell’impiego di cromo III nei processi di concia.
Clicca qui per scoprire di più sul cromo VI e sulle buone prassi per inibirne la formazione.
Non è escluso che eliminando il cromo III dal processo di concia, non si verifichi un aumento del rischio di sensibilizzazione, a causa della tipologia e della maggiore quantità di composti organici necessari per la produzione di pelle di qualità comparabile.
La concia italiana produce pelli secondo le migliori tecnologie disponibili e le buone prassi di lavorazione e può garantire un elevato livello di sicurezza, oltre che di qualità e contenuto stilistico, dei propri articoli.
Capitolato Chimico UNIC
Per fare chiarezza nel mare magnum della legislazione chimica italiana ed europea, dal 2004 il servizio Ambiente e Capitolati di UNIC supporta le concerie sulle tematiche chimico-legali, anche con pubblicazioni periodiche di aggiornamento legislativo (pelli e sostanze chimiche, regole di utilizzo).
È del 2011 il primo “Capitolato UNIC”, giunto alla 15^ revisione, che elenca le sostanze sottoposte a legislazione europea, il loro limite, il metodo di analisi ed eventuali osservazioni utili (es. esclusioni di particolari utilizzi).
Il Capitolato fornisce quindi un chiaro riferimento ai requisiti minimi di legge da rispettare per chi produce pelli in Italia.
A corollario, l’integrazione con riferimenti legislativi extraeuropei e limitazioni aggiuntive richieste dai principali mercati internazionali.
Il capitolato UNIC è stato presentato e discusso con le più importanti aziende clienti.
Il documento, revisionato in occasione delle principali novità legislative (aggiornamento semestrale lista SVHC, emissioni leggi chimiche nei paesi extraeuropei, es California), è disponibile su richiesta (scrivere a servizio.capitolati@unic.it).
Sul tema sono state anche sviluppate negli ultimi anni importanti collaborazioni con i vari brand clienti e le loro rappresentanze di categoria (es. Camera Nazionale della Moda, Confindustria Moda, ecc.).